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Il grafico mostra l’andamento del valore di due grandezze, A e B, nel corso degli ultimi dodici mesi. Il parallelismo tra i due andamenti è evidente. In tali casi si parla di forte correlazione. E’ una roba che si può misurare, ma non è il caso qui di andare per il sottile: i masochisti (o gli appassionati) possono approfondire su wikipedia.

Possiamo quindi concludere che il fenomeno rappresentato dall’andamento crescente di A è chiaramente la causa dell’andamento crescente della grandezza B… o forse è il contrario: cioè B è la causa di A… vabbé: sono correlati positivamente QUINDI uno DEVE essere la causa dell’altro!

Non siete convinti? Uhm… allora vi rivelerò la natura delle due grandezze:

  • A è il tasso di microcriminalità nella città di Roma
  • B è il numero di abitanti della città di Datong, in Cina.

Vi prego, se credete di volerla condurre, di rimandare a dopo l’analisi per decidere qual è la causa e quale l’effetto e di leggere il seguente brano, tratto dalla rivista di un’importante associazione professionale: si parla di Talent Management (TM), uno degli attuali “tormentoni” in ambito HR.

Un primo elemento sul quale abbiamo voluto indagare è stata la contestualizzazione del tema del TM nell’ambito della difficile situazione economico-finanziaria che attraversa l’impresa in questa fase di crisi del sistema economico occidentale: l’indagine evidenzia una correlazione positiva tra l’utilizzo di pratiche esplicite di TM (ossia il punteggio medio ottenuto nei questionari) e le performance dell’impresa in termini di tassi di crescita sui mercati. Le aziende con la maggiore valutazione del proprio sistema di TM sono quelle che hanno meno risentito della crisi, seguite dal gruppo di quelle attualmente in fase di recupero, che a loro volta presentano un punteggio medio nettamente migliore di quello delle imprese ancora in recessione. Questi dati, più di tante parole, evidenziano come gli investimenti in capitale umano abbiano un impatto reale sui risultati di mercato dell’impresa e sulla sua capacità di far fronte alle sfide competitive poste da ambienti sempre più turbolenti ed imprevedibili.
Un’altra significativa correlazione da evidenziare è quella che lega i più alti punteggi assegnati alle politiche di TM alla gestione dei talenti come compito attribuito ai capi diretti (38% delle aziende intervistate) e ai responsabili di funzione, a testimonianza del fatto che un sistema di TM pervasivo e diffuso in tutto il business, e non più relegato alla mera funzione HR, sia la pratica che ha prodotto i migliori risultati in termini di performance anche di fronte a congiunture sfavorevoli.

Come luccicano correlazioni e percentuali! Vien da dire che sanno di verità! Ma vediamo, se ho capito bene, in questo brano si sostiene che:

  1. essendo A “l’utilizzo di pratiche esplicite di TM” e
  2. essendo B il “tasso di crescita sul mercato” e
  3. essendo A “correlato positivamente” a B
  4. possiamo dedurre che gli investimenti necessari ad A sono, tramite A, CAUSA di una crescita di B.

Lascio alla vostra fantasia il comprendere dove va a parare “commercialmente” un siffatto “sillogismo”, ma una domandina, insopprimibile, mi solletica la mente: e se invece i due fenomeni fossero correlati per motivi completamente differenti dal fatto di essere uno causa dell’altro? Se fosse come nel caso del numero di rondini per metro cubo al giorno e del numero di matrimoni al giorno (Correlazione spuria)?

Oppure, se fosse addirittura vero l’inverso? Cioè se fosse vero che le aziende che hanno un alto tasso di crescita sul mercato sono le uniche a credere di potersi permettere, in questo momento, di spendere le risorse necessarie a fare Talent Management?

E se fosse vero che qualcuno continua a tentare di far credere che una affermazione è vera (o bella e giusta) solo perché è accompagnata da un calcolo, a prescindere da come il calcolo sia fatto?